Con la presente sono a comunicarvi che... finalmente ho aperto il nuovo e scintillante sito. Potete quindi trovare tutte le novità di Causticissima qui www.causticissima.com
Volemose ancora bene.
A presto,
Causticissima
Causticissima
Ultime dall'altro emisfero...cerebrale
martedì 28 luglio 2015
martedì 7 luglio 2015
Soddisfatti o ritornati.
Avevo già preparato i bagagli, rivisto "Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi" -l'ho fatto veramente- ed acquistato i biglietti per trasferirmi nel forno, quando d'improvviso, ecco la.
Ho dovuto fare mille carte per disdire il trasferimento! Avevo anche già versato la quota di tutta l'elettricità fino a settembre. Comunque devo dire che qui sono disponibilissimi, hanno capito la situazione e mi hanno ritornato i soldi.
Soddisfatti o ritornati. Io l'ho sempre detto.
Insomma niente forno. Peccato però, perchè se ci avessi passato qualche mese avrei, chessò, scritto una commedia teatrale o posto fine alle sofferenze della vita quotidiana.
E invece niente. Il Canada ha deciso che è estate anche per lui.
Resta il fatto che il Canada non ha ancora deciso di avere le spiagge. Allora ho pensato di fargli vedere qualche video motivazionale. Sulle cose che uno vuole e come ottenerle. Su come arrivare passo passo a quello che si desidera "perchè se davvero vuoi, puoi: in dieci piccoli passi." Tipo i dieci piccoli indiani. E' UN GIALLO!
E invece niente. Il Canada non vuole migliorarsi. Niente passi, niente indiani, niente spiagge e soprattutto, NIENTE GIALLO.
Pensate che gli ho anche fatto notare che lui, gli indiani, ce li aveva pure in casa una volta. Sarà per questo che li ha decimati? Dietro la lobby dei primi coloni europei ci sono le spiagge? non volevano trasferirsi? E ancora, le spiagge avevano paura dell'ignoto continente o semplicemente non credevano alle promesse del Canada e del "pare faccia caldo"?
Dovrei fargli incontrare Tony Robbins, magari ottengo qualcosa. Io e te, Canada, possiamo farcela insieme. Io credo in te. So che un giorno anche tu finalmente avrai le spiagge.
Cosa dici Canada? le hai già?
Ah.... dici questo....
Il lago (in mancanza di mare). Vi preciso che questa foto è stata scattata alle 21.00 circa.
Ah sì, questo è il Sylvan Lake. Dista circa 1.30h da Edmonton e praticamente è la Grado degli Edmonton...iani? Sì, edmontoniani mi piace. Ok.
Got it?
Grado=Sylvan Lake. Paro paro!
Mentre qui il Canada si era un po' distratto... era tornato alle vecchie abitudini. Non si stava sforzando. Niente Tony Robbins e libri sull'autoguarigione, niente training autogeno (madonna quanto sei anni '90 Canada) e niente meditazione Vipassana. Niente passi, niente indiani, niente spiagge e niente giallo.
In conclusione, a seguito dell'amara scoperta dei 26°C, voglio smentire le dicerie che avevo troppo frettolosamente confermato e annunciarvi che sì, anche in Canada ci sono temperature sopra i 18°C. Detto questo poi appena il sole viene ricoperto da una piccola nube ecco che si torna al caro buon vecchio freddo cane. Non abituiamoci troppo.
E poi, in caso di disperazione, c'è pur sempre il forno.
A presto,
Causticissima.
26°C |
Ho dovuto fare mille carte per disdire il trasferimento! Avevo anche già versato la quota di tutta l'elettricità fino a settembre. Comunque devo dire che qui sono disponibilissimi, hanno capito la situazione e mi hanno ritornato i soldi.
Soddisfatti o ritornati. Io l'ho sempre detto.
Insomma niente forno. Peccato però, perchè se ci avessi passato qualche mese avrei, chessò, scritto una commedia teatrale o posto fine alle sofferenze della vita quotidiana.
E invece niente. Il Canada ha deciso che è estate anche per lui.
Resta il fatto che il Canada non ha ancora deciso di avere le spiagge. Allora ho pensato di fargli vedere qualche video motivazionale. Sulle cose che uno vuole e come ottenerle. Su come arrivare passo passo a quello che si desidera "perchè se davvero vuoi, puoi: in dieci piccoli passi." Tipo i dieci piccoli indiani. E' UN GIALLO!
E invece niente. Il Canada non vuole migliorarsi. Niente passi, niente indiani, niente spiagge e soprattutto, NIENTE GIALLO.
Pensate che gli ho anche fatto notare che lui, gli indiani, ce li aveva pure in casa una volta. Sarà per questo che li ha decimati? Dietro la lobby dei primi coloni europei ci sono le spiagge? non volevano trasferirsi? E ancora, le spiagge avevano paura dell'ignoto continente o semplicemente non credevano alle promesse del Canada e del "pare faccia caldo"?
Dovrei fargli incontrare Tony Robbins, magari ottengo qualcosa. Io e te, Canada, possiamo farcela insieme. Io credo in te. So che un giorno anche tu finalmente avrai le spiagge.
Cosa dici Canada? le hai già?
Ah.... dici questo....
Il lago (in mancanza di mare). Vi preciso che questa foto è stata scattata alle 21.00 circa.
Ah sì, questo è il Sylvan Lake. Dista circa 1.30h da Edmonton e praticamente è la Grado degli Edmonton...iani? Sì, edmontoniani mi piace. Ok.
Got it?
Grado=Sylvan Lake. Paro paro!
Mentre qui il Canada si era un po' distratto... era tornato alle vecchie abitudini. Non si stava sforzando. Niente Tony Robbins e libri sull'autoguarigione, niente training autogeno (madonna quanto sei anni '90 Canada) e niente meditazione Vipassana. Niente passi, niente indiani, niente spiagge e niente giallo.
In conclusione, a seguito dell'amara scoperta dei 26°C, voglio smentire le dicerie che avevo troppo frettolosamente confermato e annunciarvi che sì, anche in Canada ci sono temperature sopra i 18°C. Detto questo poi appena il sole viene ricoperto da una piccola nube ecco che si torna al caro buon vecchio freddo cane. Non abituiamoci troppo.
E poi, in caso di disperazione, c'è pur sempre il forno.
A presto,
Causticissima.
martedì 23 giugno 2015
Il cielo in una stanza e climi ventilati
Per continuare la saga del "mi sento molto italiana" vi comunico che ho giustappunto cominciato una produzione di pane fatto in casa. Non vorrei mai che lo stereotipo degli italiani che stanno sempre a cucinare, mangiare e a gesticolare facendo un gran casino, sfumi per via di una sparuta donna italiana ad Edmonton, Alberta.
La necessità di produrre pane fatto in casa è dettata dal fatto che il pane qui, come ormai nella gran parte del Friuli, è quasi sempre prodotto industrialmente e tendenzialmente acquistato in comodi dispenser in plastica. Non riuscirò mai ad esprimervi abbastanza il mio disgusto per quel pane mollissimo, senza crosta e pieno di alcol etilico (utlizzanto come conservante). In tempi universitari ed in seguito in tempi di lavoro intensissimo, me ne sono nutrita come i pesci con il loro mangime ma perdonatemi, ho peccato, molto peccato, per questioni di sopravvivenza!
Già in Italia avevo provato ad assemblare dei panini di mia produzione con dei risultati direi pessimi che mi avevano permesso di ingurgitarne il risultato e non di godermene il sapore. Un po' come diceva un mio conoscente del suo laptop: "il mio computer è PORTABILE non portatile". Per via del suo altissimo peso specifico. Ecco, diciamo che anche i miei panini erano ad altissimo peso specifico.
Ma tutto questo è finito.
Sono orgogliosa di presentarvi i miei primi panini buoni e non solo commestibili. Ci sono margini di miglioramento ma sono sulla strada giusta.
Per farvi capire il tipo di pane che producevo prima, eccone un assaggio (disgustoso):
Inoltre, vi annuncio che ho anche cominciato a far crescere il lievito madre. Eccolo qua:
Il mio piccolo ha una settimana. Non è bellissimo? Si chiama Zio Billy. Il nome lo ha deciso MrRancic e deriva dal fatto che mentre cercavo di fargli il bagnetto -al lievito non a MrRancic- ho dichiarato: "Zio Billy, non esce!". MrRancic non deve aver sentito la virgola, e forse nemmeno il punto esclamativo, e così è successo come per quella diceria che ognuno si sceglie il proprio nome prima di nascere: lui ha voluto nascere con quella consistenza ingestibile? e mo' si tiene sto nome!
So che ora vi starete chiedendo come faccia un lievito madre ad essere Zio Billy ed al contempo essere figlio delle mie mani (e di qualche miliardo di battere che ci vive dentro). Però ragazzi, adesso, non posso mica darvi tutte le risposte! E poi che ci devo fare io se ho il lievito tipo lo spirito santo: uno e trino!?
Comunque, il segreto della buona riuscita di un pane che si confaccia allo stereotipo di un'italiana gesticolante in Canada, è - come sempre- youtube. A tal proposito vi consiglio moltissimo un canale: VivaLaFocaccia. Giuro che non mi pagano ma se proprio volessero farlo non mi offendo. Sono disposta a rilasciare le mie coordinate bancarie: accorrete numerosi.
Inoltre, a parte youtube, da quando ho scoperto come accedendere la luce del forno -ieri Miss Impedita ce l'ha fatta- la qualità della lievitazione devo dire che si è diretta verso altri orizzonti. Infatti, vi faccio notare che all'interno di un forno munito di luce accesa si crea un bel clima di 25-30 gradi che favorisce la lievitazione. Si vede che anche i batteri sono italiani che vi devo dire...
A tal proposito, ieri, mentre cucinavo il pane, la mia coinquilina ha espresso la sua intenzione di acquistare una piscina esterna da mettere in giardino. Ce n'è già una ma è una Hot Tub, ossia una vasca idromassaggio, che attualmente si trova posizionata su di una serie di lastre di legno che hanno fatto la loro storia e che si sa mai che generino le giovanissime cascate dell'Alberta.
In prima instanza, e memore del fatto che siamo in estate, pertanto, "Pare faccia caldo", la sua idea mi sembrava buona, poi però ho realizzato come ero vestita e ho realizzato che la questione non è affrontabile.
Quindi lei ancora non lo sa, ma io, la piscina, la voglio nel forno.
Precisamente nel forno munito di luce accesa così si crea quel bel clima di 25-30 gradi.
Un clima caldo.
Un clima caldo ma non ventilato.
Un clima caldo ventilato in un forno potrebbe essere troppo.
Troppo anche per un'italiana gesticolante come me.
In fin dei conti, ricordiamoci sempre che sono udinese!
A presto,
Causticissima.
La necessità di produrre pane fatto in casa è dettata dal fatto che il pane qui, come ormai nella gran parte del Friuli, è quasi sempre prodotto industrialmente e tendenzialmente acquistato in comodi dispenser in plastica. Non riuscirò mai ad esprimervi abbastanza il mio disgusto per quel pane mollissimo, senza crosta e pieno di alcol etilico (utlizzanto come conservante). In tempi universitari ed in seguito in tempi di lavoro intensissimo, me ne sono nutrita come i pesci con il loro mangime ma perdonatemi, ho peccato, molto peccato, per questioni di sopravvivenza!
Già in Italia avevo provato ad assemblare dei panini di mia produzione con dei risultati direi pessimi che mi avevano permesso di ingurgitarne il risultato e non di godermene il sapore. Un po' come diceva un mio conoscente del suo laptop: "il mio computer è PORTABILE non portatile". Per via del suo altissimo peso specifico. Ecco, diciamo che anche i miei panini erano ad altissimo peso specifico.
Ma tutto questo è finito.
PANINI BUONI: SO PROUD! |
Per farvi capire il tipo di pane che producevo prima, eccone un assaggio (disgustoso):
Panino commestibile dal gusto e consistenza deprecabili |
Panino "portabile" ad altissimo peso specifico |
Inoltre, vi annuncio che ho anche cominciato a far crescere il lievito madre. Eccolo qua:
Il mio bambino: la sua prima smorfietta! |
So che ora vi starete chiedendo come faccia un lievito madre ad essere Zio Billy ed al contempo essere figlio delle mie mani (e di qualche miliardo di battere che ci vive dentro). Però ragazzi, adesso, non posso mica darvi tutte le risposte! E poi che ci devo fare io se ho il lievito tipo lo spirito santo: uno e trino!?
Comunque, il segreto della buona riuscita di un pane che si confaccia allo stereotipo di un'italiana gesticolante in Canada, è - come sempre- youtube. A tal proposito vi consiglio moltissimo un canale: VivaLaFocaccia. Giuro che non mi pagano ma se proprio volessero farlo non mi offendo. Sono disposta a rilasciare le mie coordinate bancarie: accorrete numerosi.
Inoltre, a parte youtube, da quando ho scoperto come accedendere la luce del forno -ieri Miss Impedita ce l'ha fatta- la qualità della lievitazione devo dire che si è diretta verso altri orizzonti. Infatti, vi faccio notare che all'interno di un forno munito di luce accesa si crea un bel clima di 25-30 gradi che favorisce la lievitazione. Si vede che anche i batteri sono italiani che vi devo dire...
A tal proposito, ieri, mentre cucinavo il pane, la mia coinquilina ha espresso la sua intenzione di acquistare una piscina esterna da mettere in giardino. Ce n'è già una ma è una Hot Tub, ossia una vasca idromassaggio, che attualmente si trova posizionata su di una serie di lastre di legno che hanno fatto la loro storia e che si sa mai che generino le giovanissime cascate dell'Alberta.
In prima instanza, e memore del fatto che siamo in estate, pertanto, "Pare faccia caldo", la sua idea mi sembrava buona, poi però ho realizzato come ero vestita e ho realizzato che la questione non è affrontabile.
Quindi lei ancora non lo sa, ma io, la piscina, la voglio nel forno.
Precisamente nel forno munito di luce accesa così si crea quel bel clima di 25-30 gradi.
Un clima caldo.
Un clima caldo ma non ventilato.
Un clima caldo ventilato in un forno potrebbe essere troppo.
Troppo anche per un'italiana gesticolante come me.
In fin dei conti, ricordiamoci sempre che sono udinese!
A presto,
Causticissima.
lunedì 22 giugno 2015
Non c'è storia: VECCHIA STRACCIONA!
Ok, mi avete convinta.
Ho anche parlato con la Pigrizia e mi ha miagolato che per lei va bene, quindi ecco un po' di aggiornamenti.
Dunque, in questo periodo ho visto alcuni dei quadranti della città. Sì, perchè, come in tutti i luoghi creatisi in ere recenti, questa città è suddivisa in avenue, ossia le strade che vanno da ovest ad est, e street, ossia strade che vanno da nord a sud. Le suddette strade sono numerate dalla prima alla n, il che le rende impossibili da pronunciare per via di quella dannata usanza inglese di mettere la th ai numeri cardiali. Comunque...avendo questa suddivisisione netta è possibile creare dei quartieri precisi.
Dove abito io? Qui!
Che più preciso di così si muore....in una zona piuttosto centrale. Centrale per cosa non si sa, ma noi definiamola centrale che fa molto chic. Ovviamente non mi è possibile visitare IL CENTRO STORICO in quanto qui NON C'È STORIA ma noi la definiremo centrale ugualmente. La mancanza di storia è una di quelle cose di cui, nonostante tu sia pienamente cosciente, non ti rendi conto fino a che non ti si palesa di fronte. Ossia: non ti si palesa proprio.
Non avendo un centro ben definito -anche perchè anche nella remota possibilità ci fosse, sarebbe squadrato e comunque il concetto di piazza credo sia troppo complicato- non è possibile asserire quello che tutti noi italiani usiamo dire quando usciamo: VADO IN CENTRO! Ma noi abbiamo l'isola di Whyte e più centrale di un isola non c'è niente.
Ok, appurato questo, direi che abito in una zona centrale! La Whyte avenue è limitrofa all'università dell'Alberta e pertanto è popolata di locali, bar, attività ludiche ecc ecc.Dai.... è centrale...
_Ma non immaginatevi grandi cose_
Tuttavia, nella parte nord sopra la Whyte avenue c'è un'altra delle zone più importanti - o centrali - della città in cui è possibile trovare:
1)svariati teatri indipendenti tipo questo qui
2)Il museo della ferrovia di Edmonton
Le strade di una vecchia stracciona 1 |
3) il mercato ortofrutticolo di Edmonton che si svolge solo il sabato dalle ore 8 alle 15 (nel caso voleste fare un salto) e che forse non è proprio intriso di prodotti ortofrutticoli a chilometro zero... ma sorvoliamo.
Come si chiama questa bellissima zona?
Se non lo avete capito dall'insegna del mercato ortofrutticolo, ve lo svelo io: OLD STRATHCONA!
Ok, ok.... per dovere di cronaca sottolineo che la pronuncia corretta sarebbe strat-couna però per me è e rimarrà, la zona della vecchia stracciona!
Chissa se è morta o se anche lei trova rifugio con gli altri senza tetto negli appositi spazi che qui gli hanno dedicato (dato che altrimenti, nei mesi invernali, morirebbero assiderati).
Le strade di una vecchia stracciona 2 |
A presto,
Causticissima.
venerdì 19 giugno 2015
PARE
Pare...che sia opportuno che io vi
racconti qualcosa di Sto Canada.
È mattina. Di preciso sono le 6:15.
Pare che sia il caso che io mi alzi.
Non mi alzo.
Oggi salto.
La pigrizia non mi abbandona nemmeno qui.
E' di nuovo mattina. Di preciso sono le 6:15.
Pare che sia il caso che io mi alzi.
Mi alzo.
Oggi non salto.
Abbandono la pigrizia, spero solo che non mi denunci al telefono azzurro o al PP (Protezione Pigrizia). Sono quasi sicura che non lo farà perchè mi sono informata e non ci sono sedi in canada, quindi le costerebbe troppo. Meno male che non le ho ancora insegnato ad usare Skype. Non aveva voglia.
Pare anche che avrò
freddo... me lo aspettavo. Ho fatto male ad abbandonare la pigrizia a casa, lo sapevo. Lei mi avrebbe fatto caldo... nel letto. Lei non mi abbandona mai. Ma cara la mia pigrizia devi crescere e trovarti un'altra compagna.
Rapporti lesbo che non sapevo di avere.
Preparo il corpo psicologicamente e lo
convinco che andrà tutto bene, che non sarà traumatico e lo tranquillizzo dicendogli che, in ogni
caso, ci si abitua a tutto. Gli ricordo anche che in passato c'è stato chi
lo ha convinto che “il freddo è un fattore psicologico”. Allora comincio il mantra.
“Non avrò freddo-non avrò
freddo-non avrò freddo”
No, così non va. Il cervello non
capisce le negazioni. Riproviamo:
“Avrò caldo-avrò caldo- avrò
caldo”
Beh adesso non esageriamo.
“Pare faccia caldo”
Ecco già mi sento
meglio.
“Pare faccia caldo e NON ho
freddo"
“Pare faccia caldo ma pare anche che
sia estate”
“Pare faccia caldo e che il cielo NON sia
nuvoloso”
Via Whatsapp con LaMadre:
Causticissima: Sono appena uscita dalla
piscina
LaMadre: bene, caldo?
Causticissima: Uh guarda un caldo....
un caldo invernale... ma è pur sempre un tipo di caldo.
Non so come... Sarà stato l'abbandono della pigrizia a casa, sarà stato il cambio dell'aria (che cosa vuol dire poi non si sa), saranno state le TURBOLENZE ma sì, lo ammetto: di prima mattina ho avuto il
coraggio di espormi alle intemperie canadesi ed immergermi in una
piscina (coperta) per muovere le mie ormai flaccide membra. Interessante che nel comunicarlo a
LaMadre, io non abbia nemmeno considerato la possibilità che potesse
pensare che la piscina fosse scoperta.
Comunque voglio tranquillizzarvi. Giuro che ho lasciato le crocchette alla Pigrizia. Altrimenti poi miagola tutto il tempo e i vicini si lamentano. Le sto insegnando a fare la pipì nel water canadese. Come potete immaginare ha molte difficoltà. Cessi canadesi. Tuttavia, sono certa che ce la può fare. Anzi, che la può fare e basta.
Le ho anche presentato le Pigrizie canadesi che ho consciuto qui ma sembra non volersi ambientare. Sta a letto tutto il giorno e non vuole vedere la luce del sole. Non so se è più un problema di lingua o di voglia. Forse le manca il caldo, per quello sta sempre a letto.
Pare che sia il caso che io le faccia del training autogeno sussurrandole:
"Pare faccia caldo"
.
.
.
.
.
.
Ecco, per compensare il fatto che non vi ho ancora raccontato nulla su Sto Canada, di seguito piazzo una foto a caso. Non sapete che posto è, non sapete dove l'ho scattata nè quando!
Ora posso tornare a rasserenare la mia pigrizia con qualche altro croccantino perchè so di aver dissetato la vostra sete di saperne di più su Sto Canada.
Secondo me, inconsciamente, lo faccio apposta!
Mi sa che devo farmi training autogeno anche io.
A presto,
Causticissima.
mercoledì 10 giugno 2015
L'isola di Whyte
Allora sto Canada com'è?
Eh intanto spieghiamo dove Causti
siamo! Siamo ad Edmonton nello stato dell'Alberta. Vivo in una casetta
bianca a due piani con altre tre persone di cui una è il
proprietario. Due di questi sono canadesi l'altro non l'ho ancora
capito.
É ormai passata una settimana e devo
ammettere che della città ho visto poco.
Come dite? Cosa Causti ho fatto in
questo periodo? Beh, mi sono comportata esattamente come lo
stereotipo della donna italiana. Ho pulito, sistemato, cucinato...
poi mi sono fermata, mi sono guardata dall'esterno e mi sono sentita
dentro lo schema di uno stereotipo.
Che sto in Canada l'ho realizzato poco
tempo fa, tra un rincoglionimento del jet-lag e l'altro. Non so....
non mi è mai successo. Saranno state le TURBOLENZE.
Andare in uno stato come questo
significa rivedere tutte le cose che facevi e come le facevi,
praticamente tornare infante e ridefinire il tuo concetto di “questo
lo so fare”, di seguito trovate un elenco delle cose di cui devo rivedere i miei usi e costumi:
- il lavandino e il water (di cui vi agevolo una fotografia). Potete già immaginare l'uso incauto che un avventato europeo... o, vista l'occasione, un avventato euro-peto potrebbe farne;
- il denaro e i pagamenti, visto che qui, quando ho deciso di pagare con 100 dollari canadesi, la commessa tutta estasiata mi ha detto “wow... è la prima volta che ne vedo uno in tutta la mia vita” segno che evidentemente si paga con carta. ok got it;
- i fornelli che, almeno in questa casa, sono elettrici. Ne consegue una diversa stima del tempo di cottura e l'imparare a pulirli;
- gli attraversamenti pendonali. Sì, questo, al contrario dell'Australia è un paese per Pedestrian. Con mio sommo dispiacere perchè non trovo più i miei amatissimi cartelli che se non avete visto vi invito ad ammirare al seguente link.http://causticissima.blogspot.ca/2011/02/non-e-un-paese-per-vecchi-pedestrian.html
- La cordialità delle persone. Ebbene sì, qui sorridono. Perfino ai Pedestrian.
- Le vie dannatamente squadrate divise in avenue e street.
- I pick up come se piovessero pick up. Dove la parte del pick è perennemente vuota ma dalla parte dell'up c'è sempre qualcuno che truzzamente ondeggia la testa sull'onda di un ritmo rap. E le stesse persone che quando vedono una smart si fanno una foto! Motherfucker!
E poi c'è l'isola di Whyte... l'unica
via che per ora ho veramente percorso. Ma a mia discolpa è
lunghissima. La chiamo l'isola di Whyte perchè qui - dove non hanno
il mare e con l'arrivo dei primi 26 gradi centigradi è scoppiata
l'estate, tutti si lamentano di non riuscire a dormire per il caldo,
accendono condizionatori e si svestono mentre io mi rammarico di non
essere uscita con la sciarpa- la Whyte avenue è diventata uno sciame
di giovani ignudi e schiamazzanti. Di cui vi farò avere le
richiestissime fotografie.
Ah se vi state chiedendo perchè dietro la cartina di Edmonton c'è Mr Vladiza che zappa è perchè, vista la qualità e il prezzo della verdura, abbiamo deciso di coltivarcela in giardino... se ce la facciamo.
A presto,
Causticissima.
I'm sorry but...TURBOLENZE
Salita a bordo dell'aereo
avrei dovuto gridare “A Manetta” ma di manetta ce ne era solo
una, non era una birra e non era un taglio, quella manetta era
Causticissima. Adesso Causti ringraziatemi perchè sono una donna e
posso dirlo senza che voi subito pensiate ad incontri ravvicinati del
terzo tipo con le hostess.
Finirà, presto finirà,
la fine è vicina... dicevano sarebbe durato poco. Dicevano che il
tempo sarebbe volato e invece ci rimane solo la speranza. La speranza
che finisca...
“Finita, è finita, sta
per finire, sta forse per finire. (Pausa). I chicchi si
aggiungono ai chicchi a uno a uno, e un giorno, all'improvviso, c'è
il mucchio, un piccolo mucchio, l'impossibile mucchio. (Pausa).
Non possono più punirmi. (Pausa).”
Le
parole iniziali di Finale di partita
di Beckett Causti tornano alla mente che in quel momento realizza
che quei chicchi le si stanno accumulando tutti sulle spalle e poi...
un giorno, all'improvviso, c'è il mucchio, un piccolo mucchio,
l'impossibile mucchio.
Scenario: siamo nel terzo
volo, l'ultimo da prendere per poter raggiungere la meta.
Causticissima è sfinita. Il primo volo (circa 2 ore) ha avuto
turbolenze normali, il secondo volo (circa 8 ore) turbolenze indotte
da manette ed il terzo ed ultimo (circa 4 ore) si sta rivelando il
fratello piccolo del secondo.
È la 12° ora di volo e
Causticissima ha dei piccoli collassi di sonno. Narcolessie dettate
da un velivolo dove finalmente riesce ad allungare le gambe e ad
appoggiare la testa. Narcolessie che durano poco perchè presto, proprio come sul precedente velivolo,
arrivano le....
-TURBOLENZE-
Causticissima si sveglia,
di nuovo. Guarda la sua vicina di posto. Sente anche lei le
turbolenze, anche se la fonte siede proprio dietro il sedile di
Causticissima. Ha uno sguardo compassionevole quasi a dirle “non so
mica come fai?!” anche se probabilmente il mica non è mica
traducibile nella sua lingua.
Ma ecco che Causticissima dorme di
nuovo. Stavolta stile cavalla, senza nemmeno appoggiarsi allo schienale.
Dopo quasi 24 ore senza riposo, si tratta di sopravvivenza, non di
narcolessia.
-TURBOLENZE DI NUOVO-
Si sveglia. Tira un
sospiro e dentro di se comincia a scrivere i 1001 modi per far
smettere le turbolenze e nemmeno uno di questi implica un azione non punita penalmente. In questa panacea di
omicidi, si riaddormenta di nuovo ma stanno per
tornare
-TURBOLENZE-
Ed ecco che i chicchi sono diventati "un mucchio, un piccolo mucchio, l'impossibile mucchio". Senza nemmeno redersi
conto, ancora nel sonno, si gira verso la madre del pargolo che, nel contempo,
imperterrito, continua a schiacciare con audacia e tutta la forza che
ha in corpo il monitor touch screen posizionato sullo schienale del
sedile di Causticissima. Lei, la madre, ride. È una madre
ridacchiante. Il suo sorriso viene subito smorzato dal contatto con
lo sguardo assassino di Causticissima che farfuglia:
“I'm sorry...”
sta per articolare una
frase con un “but” e un “fuck” in mezzo ma dalla faccia
spaurita della ex madre ridacchiante e da quella sorpresa e
spalleggiante della sua vicina di posto, realizza che quello non è
un sogno.
La ridacchiante nemmeno
le fa finire la frase che comincia a scusarsi per suo figlio... “quel
Puar Frut”, pensa Causticissima, ma che sicuramente nel cervello
della ex Madre ridacchiante non definisce Puar Frut in quanto le sue
origini non glielo consentono: Puare femine!
"non possono più punirmi"
"non possono più punirmi"
I love kids... al forno e in salsa rosa.
Ucci ucci...
A presto,
Causticissima aka Nuvola che corre aka
Signora Manetta... il tatuaggio continua, non ci saranno schiene che
tengano: me ne faccio uno mega. Anzi uno manga. Anzi, mi faccio solo
una manetta, una manetta manga.
Iscriviti a:
Post (Atom)